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mercoledì 2 febbraio 2011

Tieste di Seneca

Eccovi a voi, signore e signori, il lavoro da consegnare a fine mese: Il Tieste di Seneca...
se magari non riuscite a scaricare il file .rar da qui, potrete scaricarlo dal sito della prof nella sezione "MATERIALI SCUOLA" --> "LATINO"...
Buon lavoro!! ;O)

Potrete scaricare il file da "SEZIONE DOWNLOAD" a sinistra della pagine

28 commenti:

  1. Cristian, per favore correggi la notizia: i file sono contenuti non nella sezione ITALIANO, ma LATINO... se no poi i tuoi compagni non li trovano
    ;O)
    GRAZIE

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  2. Il Tieste di Seneca si incentra nul concetto REGNUM cioè “potere”.
    Tantalo, figlio di Zeus, artefice del delitto del figlio Pelope, fatto a pezzi con le proprie mani per dare le carni agli dei, che le rifiutarono inorriditi. Il fantasma di Tantalo (Ombra di Tantalo), istiga Atreo, tiranno di Micene, figlio di Pelope, a ripetere l'atroce delitto ai danni del fratello Tieste. Infiammati dalla sete di potere, i due fratelli si odiano da sempre, poiché Tieste gli aveva portato via con l’ inganno il regno di Micene e la moglie; con questo Atreo lo esilia e, non potendo tollerare il tradimentolo, lo richiamò poco dopo in patria facendogli credere di voler instaurare di nuovo il rapporto da fratelli e lo invitò con i suoi figli ad un banchetto. Atreo, all’ insapute di Tieste, gli uccide i figli imbandendo un banchetto con le loro carni. Il padre, inconsapevole, consuma il banchetto e solo alla fine scopre la verità. Qui Seneca mette in evidenzia tutta la malvagità di Atreo che con parole raccapriccianti confessa al fratello che egli stesso ha divorato i suoi stessi figli diventando così la loro tomba vivente.
    In questa tragedia, l’ autore mette in risalto lo spirito malvagio e la voglia di affrontare la legge sacra . Ma la vera essenza di questa tragedia è la assoluta mancanza di limiti, l’ odio familiare e l’ insaziabilità del male.
    La tragedia si chiude con la vendetta del figlio Egisto, avuto con la figlia, e l’ uccisione di Atreo, e padre e figlio-nipote governeranno su Micene. Ma è una vendetta mirata sul potere...

    Morale della Favola: “ Il potere dà alla testa...”

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  3. L’ombra di Tantalo sale dagli inferi alla reggia di Micene, per istigare il nipote Atreo a vendicarsi del fratello Tieste, il quale gli aveva sedotto la moglie Aerope. Lui torna in città lusingato dalle promesse di pace del fratello, quest’ultimo dopo aver ucciso i suoi figli, glieli serve come pasto in un banchetto cannibalico. Seneca attraverso questa tragedia vuole mettere il risalto il concetto di “regnum” di quei tempi, in cui pur di eliminare i propri nemici politici vengono spezzati anche i legami familiari. Tieste è una vittima di Atreo e non può opporsi alla sua sete di potere, il quale rappresenta la malvagità e l’insaziabilità del potere, l’impossibilità di imporsi ad esso. Secondo lui “è re colui che nulla teme, che non desidera nulla”, preferisce incutere orrore piuttosto che amore nel popolo. Inoltre nel dialogo con il cortigiano si comprende come i suoi pensieri non possano essere condizionati da quelli altrui e l’ impossibilità di opposizione del popolo, e pertanto lui non si spaventa del loro giudizio. Seneca si serve di quest’ultimo per mettere in risalto la natura perversa di un potere che supera ogni legge morale. La religione e la giustizia degli Dei vengono umiliate con la vendetta atroce del protagonista. Questa tragedia è una metafora di come l’eccessiva sete di potere porta a far compiere gesti disumani.

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  4. Fra i due fratelli atreo e tieste ,figli di pelope e Ippodamia, non corre buon sangue.
    La causa della loro lite è il potere!
    Atreo aveva esiliato il fratello tieste perchè lo stesso tieste gli aveva sottratto la moglie e il regno di micene.
    Atreo decide quindi di farlo tornare dall'esilio e con un finto banchetto che avrebbe sancito la loro pace atreo si vendica del torto che tempo prima gli era stato fatto.
    Tieste rimane interdetto dall'invito del fratello perchè non crede nella volontà di riconciliazione di atreo; infatti sarà proprio Tieste a dire che quando si è al potere si ha sempre la paura di essere in pericolo.
    questa volta però le sue paure erano fondate.
    Infatti atreo uccide i tre figli di Tieste e fa delle loro carni la portata principale del banchetto,provando piacere nel vedere il fratello tieste sofferente per la morte dei figli.
    La causa di tutti i mali sarà proprio la voglia di potere.
    Atreo infatti è sicuro che il fratello avrebbe accettato l'invito al banchetto perchè come dice lo stesso Atreo "Ora coltiva la speranza di ottenere il mio regno e da un lato l'antica sete di potere,dall'altro la miseria e la dura fatica finiranno per vincerlo,quell'uomo".
    Poi riferendosi ai piccoli dice "anche se nessuno gliela insegnasse ,la via dell'inganno e del delitto,ci penserebbe il potere".
    Atreo inoltre amava considerarsi il "re dei re" ma come viene detto dal Coro nel TIESTE "non sono i tesori ,la corona in testa, la veste purpurea a fare un re, è re chi ha scacciato ogni paura e ogni vizio che corrompe l'animo;è re colui che nulla teme ,che non desidera nulla: ciascuno se lo può conquistare questo regno.Minacciosa la morte si protende su colui che troppo noto al mondo muore a se stesso ignoto".


    Morale: il potere dà alla testa e per chi non lo sa gestire può causare tanti mali.

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  5. Il Tieste di Seneca è una delle più antiche tragedie greche ;ripercorre la cruente stirpe fino ai nipoti Atreo e Tieste.Il dramma si concentra soprattutto al concetto di "regnum" ovvero il potere.Tieste,figlio di Pelope e Ippodamia,sitrova in forte conflitto con il fratello Atreo per il regno paterno Argo e Micene.
    Tutto nacque quando Tieste cercò con l'inganno di sottrarre al fratello il regno di Micene e la moglie Erope,anche se Atreo riuscì ugualmente a prendere il potere non poteva sopportare lo sgarbo del fratello. Nella tragedia la figura di Atreo calpesta i valori più sacri dell famiglia,che senza pietà uccide anche i figli del fratello.
    Nel Tieste il tema principale è la sete di potere,che è capace come si è visto, di danneggiare il nucleo familiare e tutto il resto.Ancora una volta il potere diventa la causa di ogni male e di ogni confitto anche tra fratelli.La tragedia si chiude con la gioia sfrenata di Atreo e la morte del Tieste,anche se non ci è noto come sia morto.

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  6. Tragedia della disumanità, tra le più cupe di Seneca, resa ancora più d'impatto per la perdita del modello greco e per la scarsità dei frammenti latini sul tema, il Tieste s'incentra sul motivo dominante del pasto cannibalico, che risale al capostipite Tantalo, artefice dell'immondo delitto del figlio Pelope, fatto a pezzi con le proprie mani per imbandirne le carni agli dei, che le rifiutarono inorriditi. Evocato dalla Furia e liberato dall'Ade all'inizio del dramma, il fantasma di Tantalo, istiga il nipote di Atreo, tiranno di Micene, figlio di Pelope, a ripetere l'atroce delitto ai danni del fratello Tieste. Infiammati dalla sete di potere, i due fratelli si odiano da sempre, ma ora Atreo blandisce Tieste con promesse di pace e lo sventurato ritorna in città dove lo attende, come pasto riconciliatore, il banchetto imbandito dal fratello con le carni dei propri figli.
    Spaventosa metafora dell'abiezione cui può giungere il tiranno per la brama di potere, ripugnante, torbida, eppure carica di fascino, la tragedia ha il proprio punto di forza nella parola di Seneca, teatrale e visionaria, che dà corpo alle passioni più feroci con straordinaria potenza. Atterrisce il personaggio di Atreo, gigante nel male, nella sua reggia più tetra degli inferi, mostro efferato e disumano; sgomenta la tragica figura di Tieste, vittima del fratello e della stessa sete di potere, dell'avidità che lo rende atroce e inconsapevole complice del delitto.
    Nel tratteggiare l'orrida natura del tiranno, il cui odio privato si intreccia con il tema del regno, contaminando la sfera pubblica, Seneca racconta i propri tempi, le efferatezze dei Cesari, che inseguivano il potere con il terrore, sovvertendo i valori civili e religiosi. Il tieste di Seneca si basa sul concetto di REGNUM. Potere che da sempre affascina e colpisce gli uomini sempre più assetati da questa potenza. Potere che ti rende forte ma allo stesso tempo debole nell'animo. Potere che con le sue tentazioni scatena l'animo maligno di ognuno di noi.

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  7. "Tieste" è la tragedia scritta da Lucio Anneo Seneca che tratta della cipidiagia che esercita il "regnum" (potere) sugli uomini.Questa lezione ci viene presentata tramite la tragedia che vede protagonisti i fratelli Atreo e Tieste.La tragiedia narra della scellerata vendetta consumata da Atreo verso il fratello Tieste,perchè quest'ultimo rubò al fratello la moglie Erope e con lei ebbe un figlio Plistene e perchè fra i due era presente una disputa per la divisione dei regni del padre Argo e Micene.A questo fatto ne consegue l'esilio di Tieste dalla patria Micene,ma il fratello insoddisfatto di questa punizione troppo "tenera" ,istigato dall'ombra del capostipite Tantalo ,mandato via dall'Ade, decide di architettare una vendetta.Tantalo era figlio di Giove ,e veniva ricordato per una grande scelleratezza ovvero quella di allestire un banchetto per gli dei con le carni del figlio Pelope.Ispirandosi a questo Atreo decide di richiamare il fratello alla sua corte per un banchetto,al fine di istaurare una nuova pace.Atreo aveva allestito un banchetto con le carni dei nipoti Plistene e Tantalo,figli di Tieste,e serviti al fratello.Dopo il aver banchettato subito Tieste cominciò a sentirsi strano,provava difficolta nei movimenti e sentiva chiamarsi dai figli,a questo punto il fratello Atreo rivela la sconcertante verità a Tieste,il padre si era nutrito dei figli.Il mito si conclude con l'uccisione di Atreo da parte di Egisto,figlio di Tieste avuto da rapporti incestuosi con la figlia Pelopia. Questa tragedia ci fà vedere come il potere di amministrare o possedere qualcosa dia agli uomini il pretesto di fare cose impensabili e terribili, nel caso specifico di Atreo e Tieste abbiamo visto come la lotta per il potere amministrativo dei regni e la sottrazione della moglie di Atreo da parte di Tieste, abbiano portato Atreo a consumare una atroce vendendetta verso il fratello,mirata a farlo soffrire.In questa tragedia possiamo trovare anche un significato attuale,ovvero che in certi casi il subire un torto porti la vittima a compiere un torto ancora maggiore per rimediare "pareggiare" al torto precedente.

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  8. Il Tieste di Seneca si basa sul REGNUM (cioè “potere”) . Esso ruota tutto intorno alla vendetta di Atreo nei confronti del fratello Tieste, che ha tentato con l’inganno di sottrargli il regno di Micene e la moglie. Atreo pur essendo riuscito ad impedirgli ciò non può tollerare il tradimento del fratello Tieste. Atreo si concentra su un governo fondato sull’onnipotenza e sull’esercizio del terrore che preferisce incutere ciò piuttosto che amore nel popolo. Lui fingendo di riconciliarsi con Tieste, lo invita nella sua reggia insieme ai suoi tre figli. In seguito lui li ucciderà e con le loro carni imbandirà un banchetto all’inganno del fratello, che solo dopo aver finito di mangiare verrà a conoscenza della verità. Qui Seneca mette in evidenzia tutta la malvagità di Atreo. In questa tragedia, l’ autore mette in risalto lo spirito malvagio che il potere provoca alle persone. La vera tragedia è l’ odio familiare e l’ insaziabilità del male. Ma la vendetta avverrà: Atreo sarà ucciso da Egisto, figlio avuto con sua figlia Pelopia, e padre e figlio-nipote regneranno su Micene. Loro vedranno altro sangue, anche a causa di Egisto che uccise Agamennone. Seneca con il Tieste vuole far capire che può trionfare anche un eroe che riconosce e sceglie il male assoluto.

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  9. Il Tieste di Seneca narra la storia dello scontro per il regno di Micene fra due fratelli, Atreo e Tieste.
    Il mito ruota attorno alla vendetta di Atreo sul fratello, in quanto quest’ultimo gli ha sottratto la moglie e il trono; Atreo non può tollerare questo suo comportamento, e dopo aver parlato e deciso ciò che doveva fare con il cortigiano, mise in atto una vendetta crudele: gli manda i figli, Agamennone e Menelao, affinché possano convincere Tieste e i suoi figli a recarsi a casa di Atreo, per riconciliarsi e banchettare insieme. Possiamo notare dal testo di Seneca, un Tieste dubbioso su questa proposta, poiché sospetta qualcosa, e Tantalo, il figlio, ottimista su ciò che succederà; infatti quest’ultimo riesce a convincere il padre, dicendogli di non pensare sempre in modo negativo. Possiamo dedurre un Tantalo ignaro da ciò che gli sta per succedere.
    Ciò che succede ai figli ce lo spiega direttamente l’autore, attraverso due personaggi: il messaggero e il coro. Ci informano su ciò che fece Atreo con i nipoti, ovvero li uccise, li decapitò e bandì la tavola con le loro carni e versò il loro sangue nel calice di Tieste, proprio come fece il nonno Tantalo con il figlio Pelope.
    Mentre Tieste si appresta a bere il “vino” dal calice, gli dei lo bloccano e il protagonista della vicenda, preoccupato per i suoi figli, inizia a chiamarli e Atreo lo sorprende, mostrandogli le loro teste.
    Da qui inizia a manifestarsi la felicità di Atreo per la vendetta compiuta e Tieste si rivolge agli dei, maledicendo il fratello.
    Un mito che ci fa riflettere molto sul concetto di regnum, poiché il gesto di Atreo è determinato dalla sete di potere, che gli è stata tolta dal fratello. La sete di potere, come abbiamo visto, porta all’odio familiare e alla mancanza di buon senso sull’agire. Un mito che mi ha colpito molto, ha delle analogie su ciò che sta succedendo oggi in Libia, il genocidio.
    Il buon senso regna sovrano!

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  10. Seneca nella tragedia del Tieste mette in risalto Atreo: il protagonista,un tiranno che rappresenta l'insaziabile malvagità nella gestione del potere.
    La tragedia descrive e sottolinea l'odio familiare e l'esibizione del male,tutto è intriso di contrasti familiari e orrendi delitti.
    Seneca evidenzia la perversione del protagonista contro tutte le leggi della natura,disprezzando il senso di venerazione nei confronti degli dei,ritenendosi superiore a loro.
    Con questa tragedia l'autore ricostruisce la storia dei suoi tempi che trova facili paragoni alle storie dei nostri giorni,dove il tiranno di turno,aspirando alla gestione del potere,sovverte i valori di sacralità e di umanità.

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  11. Il Tieste di Seneca è considerata l'opera che segna il culmine del teatro senecano. Il clima preso in considerazione è infatti altamente drammatico con il gusto dell'orrido e del macabro; il testo è ricco di elementi come odio, furia, vendetta che risultano necessari per rappresentare la mostruosità a cui l'uomo può giungere.
    La tragedia narra la storia di due fratelli infiammati dal potere e che per questa ragione si odiano da sempre. Atreo è rappresentato come il gigante del male, un vero mostro disumano, assetato di potere, un potere che cerca di superare il limite della crudeltà umana, un potere che tenta di ottenere attraverso il terrore andando contro ogni valore civile e religioso.Il suo concetto di regnum infatti non conosce la pace ma solo guerra,vendetta e discordia.
    Atreo è un personaggio infame e per certi versi perverso; questo infatti dopo anni di odio verso il fratello Tiesto simula una riappacificazione, trascinando in realtà il fratello verso una terribile trappola che lo renderà seppur in modo inconsapevole complice del delitto dei suoi tre figli.Tieste invece viene presentato più come un uomo capace di ammettere i propri sbagli, un uomo che non sembra pensare alla ricchezza e che al male e all'odio preferisce la miseria e questo pentimento si accentua ancor di più nel momento in cui il fratello Atreo decide di volervo riabbracciare.Infatti chiamato da Atreo, Tieste ritorna in città dove lo attende il fratello che darà un banchetto in suo onore,banchetto in realtà bandito con le carni e il sangue dei suoi figli.Solo alla fine Atreo svelerà il tragico e disumano delitto, mostrandosi fiero dell'azione compiuta.In questo modo Atreo sente di avere raggiunto quel potere tanto desiderato,si crede elevato all'altezza degli dei,crede di poter toccare con un solo dito il cielo di essere onnipotente al di sopra di tutto e tutti. Il potere quindi in quest'opera si fa strada solo attraverso il riconoscimento del male assoluto.

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  12. La tragedia "Tieste" di Seneca si basa sulla storia dell'odio profondo che scorre tra i fratelli Tieste e Atreo, figli di Pelope, figlio di Tantalo. I due ereditano quindi la maledizione di Tantalo che, secondo il mito, uccise i suoi figli dando in pasto agli dei le loro carni; l'omicidio dei membri della propria famiglia sarà tipico proprio di Tieste e Atreo. Il motivo dell'odio reciproco sta nel fatto che Tieste ha rubato al fratello il regno di Micene; inoltre Erope, moglie di Atreo, è stata sedotta proprio da Tieste. Atreo così caccia Tieste da Micene. L'opera si apre con il ritorno dell'anima di Tantalo sulla terra che, istigata dalla Furia, farà commettere ai suoi discendenti, i due fratelli appunto, delitti terribili come quello commesso da lui stesso. Nella seconda parte della tragedia Atreo decide di attirare Tieste in una trappola, ovvero di fargli credere di volerlo perdonare, invitandolo a tornare a Micene, per poi commettere un crimine di gravità pari al suo odio, un crimine del quale, come dice lo stesso Atreo, si sarebbe dovuto parlare anche nei secoli successivi, senza tuttavia osare un misfatto di tale grandezza. Atreo è infatti intenzionato ad uccidere i figli di Tieste per poi servire le loro carni (qui l'analogia con Tantalo) al padre durante un banchetto. Tieste, inizialmente diffidente nei confronti del fratello, lo perdona e torna a Micene, dove tuttavia decide di lasciare il potere al fratello, temendo di essere corrotto dallo stesso potere o di essere esposto ai tanti pericoli quotidiani che il potere comporta. Il delitto può così avere luogo, causando ovviamente lo sconcerto di Tieste che scopre la macabra verità durante il banchetto "nefasto".
    Seneca per mezzo della sua opera vuole chiaramente far riflettere sul concetto di "potere". I due fratelli sono infatti gli emblemi dei vari aspetti del potere; Tieste lo rifiuta, poichè si rende conto che essere al comando vuol dire essere esposto a grandi rischi ogni giorno, capisce inoltre che il potere dà alla testa. Contrariamente al fratello, Atreo è bramoso di potere, e attraverso i suoi dialoghi si evince che secondo lui il potere è un mezzo per far ubbidire i sudditi, troppo spaventati per obiettare.
    Il messaggio trasmesso da Seneca, in conclusione, è che essere al comendo non è necessariamente una cosa positiva, dal momento che non è detto che si possa godere di tutti i privilegi portati dal potere perchè, come dimostrato anche dalla storia di Dionisio, tiranno di Siracusa del III secolo a.C., essere potenti vuol dire essere esposti ai pericoli.

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  13. Il "Thyestes" di Lucio Anneo Seneca, è una tragedia che narra del mito dei due continuatori della stirpe maledetta di Tantalo: i due fratelli Atreo e Tieste. L'opera narra della vendetta di Atreo nei confronti del fratello che precedentemente gli aveva sottratto il regno di Micene e la moglie Erope. Questo provoca in Atreo "sete di vendetta" e fingendo di riconciliarsi con il fratello, lo invita nella sua reggia insieme ai tre figli. Così Atreo, dopo aver ucciso i nipoti, alleste un banchetto e da a mangiare al fratello Tieste la carne dei suoi figli. Quando Tieste ne viene a conoscenza invoca maledizioni al perfido fratello. Atreo verrà infatti ucciso da Egisto, frutto di un incesto tra Tieste e la figlia Pelopia.
    L’odio, il male e la vendetta sono l’essenza del Tieste. La religione e la giustizia divina sono sfidate, umiliate con la violenza e l'orrore del delitto. E' questa la tragedia narrata da Seneca, che ci presenta attraverso Atreo il concetto di "regnum" cioè la natura perversa di un potere che sovverte ogni legge morale. Un potere da cui si dovrebbe sempre fuggire. Infatti per quanto riguarda i personaggi, l’unico protagonista della vicenda è Atreo, il tiranno malvagio sottomesso al potere senza possibilità di opporsi ad esso. Tieste, nella tragedia non può essere ritenuto l'antagonista, non essendo abbastanza forte da opporsi al fratello, ma la vittima del "regnum" di Atreo, nonchè dell'atroce atto compiuto.

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  14. Lucio Anneo Seneca fu uno scrittore latino di Cardova, nato intorno al 4 a.C . Egli fu anche filosofo e come tale appartenne alla corrente degli stoici. Di lui, come drammaturgo, ci restano le tragedie tra cui il Tieste. Le sue tragedie sono caratterizzate da passioni esasperate. Sul protagonista Tieste, figlio di Pelope e Ippodamia, e sul fratello Atreo pesa la maledizione di Tantalo. Secondo i miti Tantalo, capostipite dei Pelopidi e degli Atridi, per verificare l'onniscienza degli dei, imbandì loro le carni del figlio Pelope e fu condannato nel Tartaro a patire in eterno sete e fame.
    Anche Tieste e Atreo, per reciproco odio uccideranno i membri della propria famiglia. Tieste ha rubato al fratello il regno di Micene e ha oltragiato la moglie Europa. Atreo riesce a cacciare Tieste da Micen. L'anima di Tantalo torna sulla terra e fa commettere ai due fratelli i delitti che lui stesso ha commesso.Infatti Atreo nella seconda parte dellla tragedia attira Tieste in una trappola, lo inviata a tornare a Micene facendogli credere di volerlo perdonare ma con la reale intenzione di commettere un crimine memorabile. Tieste torna a Micene e decide di lasciare il potere al fratello temendo i pericoli cui il potere espone, ma Atreo compie ugualmente il misfatto: gli imbadisce le carni dei figli in un banchetto .I due fratelli rappresentano nella tragedia di Seneca i diversi aspetti del potere.Atreo è avido di potere e dalle sue parole si comprende che per lui il potere è sopraffazione, ed è un mezzo per rendere i sudditi ubbidienti e spaventati. Tieste invece si rende conto che il potere espone quotidianamente gravi rischi, il potere corrompe, quasi ubriaca quindi lo rifiuta. E' questo il messaggio che Seneca vuole trasmettere con la sua tragedia: chi esercita il potere non sempre gode di privilegi , anzi essere potenti significa essere esposti a pericoli, esattamente come è accaduto a Dionisio tiranno di Siracusa nel III secolo a.C

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  15. Il Tieste di Seneca narrra la vicenda di Atreo e Tieste inseriti all'interno di una stirpe maledetta resa tale da Tantalo , che curioso di sapere se gli Dei concessero tutte le azioni dei mortali un giorno servì a loro le carni del figlio Pelope.
    Tutti gli Dei tranne Demetra lo rifiutarono e resuscitato Pelope gli sostituirono una spalla ( mangiata da Demetra ) con una di avorio.
    Per tutte le offerte agli Dei Tantalo dopo la morte fu gettato nell'Ade dove in eterno non poteva nè cibarsi nè bere nonostante si trovasse legato a un albero pieno di frutta e in mezzo a un lago.
    Il Tieste di Seneca ruota tutto attorno alla vendetta di Atreo nei confrontidel fratello che aveva tentato con l'inganno di prendergli il regno di micene e la moglie.
    Nonostante Atreo fosse riuscito a diventare sovrano e a esiliare il fratello non può sopportare il tradimento e fingendo di riconciliarsi con Tieste lo invita nella sua reggia insieme ai tre figli che ucciderà selvaggiamente, cucinarà e poi alla fine li serviràal banchetto aò fratello .
    L'nico vero protagonista di questa tragedia sembra essere Atreo che rappresenta la malvagità del potere e l'impossibilità di opporsi ad esso. Tiete invece sembra essere un personaggio positivo ma no abbastanza da opporsi al fratello e dunque vittima dell'atroce destino di chi si accosta al mondo del potere (regnum)
    Seneca con Atreo ci presenta la natura malvagia di un potere che stravolge ogni legge norale.
    La tragedia si chiude con assenza di redensione dove si può notare una gioia sfrenata e appagata di Atreo e ele maledizioni che Tieste, distrutto dall'orrore fa contro se stesso e al fratello.

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  16. Bene Cristian! Hai fatto un buon lavoro... cerca di stare attento alla concordanza dei tempi verbali: se usi il presente mantieniti nel presente ..

    Buon lavoro anche Giuseppe! Occhio alle gesta "disumane" e non "disumani"... eh eh

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  17. Per Massimiliano: molta storia e poco commento, ridotto solo alla fine... Avresti potuto ampliare il concetto della "rete" tessuta attorno alla vittima, incapace di prevedere il "maius scelus" del carnefice ma in grado di intuirne l'inganno soltanto quando è lontano dal "regnum" in tutti i sensi....

    Giulia F. hai fatto un lavoro sintetico e non proprio approfondito...direi che non hai letto la fine della tragedia...perchè Tieste sarà distrutto dalla perdita dei figli ma non muore sulla scena... La scena finale è il cielo privo di stelle: simbolo delle forze del male che si sono affermate sulla terra!

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  18. Ottimo lavoro, Samuele! hai centrato con grande competenza argomentativa il problema del "regnum". Bravo!

    Anche Andrea, a parte qualche errore di battitura direi proprio evidente..., ha fatto un buon commento cercando di attualizzare il tema delle connessioni al potere e delle conseguenze che questo comporta per chi lo gestisce.

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  19. Per Miriana, il lavoro presenta una forma poco organica e alcuni periodi non sono formulati correttamente... rivedi!

    Per Alessandro, bene l'analisi del mito. Manca però un commento più approfondito al concetto di "regnum" ...l'ultima parte infatti in cui fai un riferimento alla Libia, è solo accennata. Occhio agli errori morfo-lessicali:"buon senso NELL'agire" ad es....

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  20. Alice, il tuo lavoro si presenta un pò sintetico...Interessante l'accenno ai tempi di Seneca e al rapporto con il potere del "tiranno di turno" (all'epoca Nerone..) ma poi non vai a fondo. Peccato!

    Provvidenza,l'analisi dei due personaggi è ampia ed esaustiva ma non si scende nei dettagli del concetto di "regnum" che avresti dovuto centrare maggiormente...

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  21. Antonio M, hai centrato molto bene il messaggio di Seneca: il potere genera "furor" e come tale ottenebra le menti degli uomini, a tal punto che impedisce a chi entra al suo contatto, di prevedere i danni che ne riceverà... pensa a Tieste prima di entrare a Micene...e dopo!

    Giulia, anche tu hai fatto un buon commento! Mi è piaciuta molto l'analisi dei ruoli dei protagonisti! Occhio agli errori lessicali: "allestisce" e non "alleste" che sembra dialetto siciliano..eh eh eh

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  22. Andrea, il tuo commento sembra più una pagina di manuale ..avrei preferito sentire il tuo pensiero su quello che hai letto..
    In merito al tiranno esposto a pericoli, direi che è più lui fonte di pericoli per gli altri perchè il furor gli impedisce di ragionare con umanità...

    Lo stesso vale per Conny... Attenta anche agli errori di battitura.

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  23. Tieste è la tragedia scritta da seneca,che narra la storia dei fratelli Atreo e Tieste.la tragedia narra che alla morte del padre questi entrarono in conflitto per la divisione del regno paterno,Argo e Micene,lite che peggiorò quando Tieste sedusse Erope la moglie di Atreo,dalla quale ebbe un figlio di nome plistene;questo avvenimento costò a Tieste l'esilio dal regno.Ma un giorno Atreo istigato dall'ombra del capostipite Tantalo decise di consumare un'atroce vendetta verso il fratello Tieste,al quale grazie ad un astuto stratagemma fece mangiare le carne dei suoi figli(Tantalo e Plistene).a causa di questo avvenimento gli dei provano ribrezzo per Tieste.I latini con la parola regnum indicavano il potere,nel caso specifico della vicenda i lati negativi del potere;la voglia di posseere e mminisatrare un territorio ma anche quella di avere la donna altru,spesso andando oltre ogi limite umano.Il potere esercita un ruolo negativo per chi lo esercita e spesso spinge l'uomo ad assomigliare più ad una bestia a far predioligre la legge del più forte;spingendo le persone oltre l'impensabile per eliminare la concorrenza o il rivalke,come nel caso di Atreo e Tieste.A questa tragedia possiamo trovare un riscontro attuale,ad esempio nelle regioni del maghreb,possiamo vedere come i "tiranni" siano restii a lasciare il potere,ad esempio di recente abbiamo visto come Gheddafi pur di non lasciare il potere della Libia abbia preferito scagliare un aereo armato a sparare sopra la sua gente che si ribellava al suo regime dittatoriale,uccidendo anche suoi fratelli e connazionali.

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  24. Lo spirito di Tantalo risorge dagli inferi e salle nella reggia di Micene per istigare il nipote Atreo a vendicarsi del fratello Tieste che gli ha sedotto la moglie Aerope e sottratto con l’inganno l’ariete sacro a cui è legato il potere sulla casa dei Tantalidi. Atreo invita con pretesti di pace il fratello a Micene, ne uccide i figli e gliene imbandisce le carni. Alla fine Atreo svela tutto a Tieste, che lo maledice.
    Alla fine, attuata la vendetta e conquistato definitivamente il trono del padre, Atreo sente appagata la sua libidine di potenza, sente — o crede — di essersi elevato all’altezza degli astri, di toccare col capo superbo la sommità del cielo.
    Il mito si basa sulla voglia di potere (regnum) e la ricerca della vendetta.
    entrambi sono molto desiderate del protagonista , che fa dituttoper attenerli.
    entrambi riescono a mutare l'animoumano , che diventa egoista e crudele, pronto a tutto per raggiungere il sua obbiettivo .

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  25. Il "Tieste" di Lucio Anneo Seneca racconta la storia di due fratelli,Atreo e Tieste,che per il potere,arriveranno al punto di ricorrere ad atti scellerati.Alla morte di Ippodamia,il padre, Tieste cercherà di sottarre al fratello i territori di Argo e Micene,che gli spettavano per editarietà,e la sposa Erope;per questo egli verrà esiliato da Atreo.un giorno però Atreo viene ispirato dall'ombra di Tantalo,capostipite della loro famiglia,che lo invita a ripetere gli atti commessi da lui stesso per vendicarsi dell'offesa subita.Atreo inviterà Tieste nella sua reggia per un pasto riconciliatore,rendendosi conto solo alla fine di cibarsi delle carni dei suoi figli.L'intera vicenda ruota al concetto di "regnum",ovvero potere;Seneca è maestro nel riprodurre gli atteggiamenti di Atreo mentre è vittima della bramosia di potere e di vendetta nei confronti del fratello.

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  26. Il Tieste, Tragedia di Seneca, inizia con l’ascesa agli inferi di Atreo, nella quale quest’ultimo viene istigato alla vendetta contro il fratello. Allora ha inizio la progettazione di una vendetta oltremodo perfetta. Atreo invita Seneca nella sua dimora per riappacificarsi col fratello, anche se quest’ultimo si reca dal padrone di casa già addolorato, poiché cosciente di un terribile presentimento. Infatti Tieste mangerà le carni dei suoi figli, e saprà solo alla fine del banchetto tutta la verità. Questa tragedia ci fa capire a cosa può portare il potere, infatti, come abbiamo visto, Atreo fa di tutto per tenersi stretto il potere, guardando solo a se stesso e calpestando, anzi deridendo i sentimenti altrui. Personalmente credo che il gesto di Atreo sia stato assolutamente scellerato, poiché i soldi e il potere possono essere accompagnati da malattie e rimorsi. Credo, inoltre, che tutto ciò porti a non fare sogni tranquilli. Pertanto preferirei morire povera e in pace piuttosto che ricca e piena di rimorsi.

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  27. Davide, Serena e Antonio avete scritto commenti alquanto superficiali senza riflettere in modo approfondito sul concetto di regnum...

    Molto bene Gianluca, a parte la punteggiatura e gli errori grammaticali.... Bene il tentativo di attualizzare il mito senecano!

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